Al primo mese di gravidanza ho avuto un aborto spontaneo. Me ne sono accorta quando sono andata a fare una visita dal mio ginecologo di fiducia che mi ha detto che c’era un piccolo embrione ma non c’era battito e la gravidanza si era interrotta da sola. Il ginecologo mi ha spiegato che avevo tre opzioni. «Puoi aspettare per un po’ e vedere se il tuo corpo espelle il tutto in maniera naturale, prendere la pillola per aborto farmacologico oppure optare per aborto chirurgico in regime di day hospital. È una tua decisione». Ho deciso di optare per l’aborto chirurgico, per via di racconti di amiche che avevano preso la pillola, avuto molto dolore, perso molto sangue, ma poi erano dovute comunque passare per aborto chirurgico perché la pillola non aveva funzionato. Il mio ginecologo di fiducia mi ha preso un appuntamento con il reparto di riferimento. Quando sono arrivata in reparto il dottore è stato aggressivo, nervoso, scontroso, mi ha trattato male, senza empatia. Mi ha detto che non potevo scegliere, che avrei dovuto optare per la pillola. Io gli ho detto che non mi risultava, che avevo il diritto di scegliere liberamente il tipo di aborto. Lui si è innervosito. Ha iniziato a parlarmi, con tono irruento, di tutte le conseguenze negative che potevano esserci con l’aborto chirurgico. Al che ho chiesto «e le controindicazioni della pillola?» Lui ha detto «praticamente nessuna». Io ho spiegato che il mio ginecologo mi aveva detto che potevo scegliere. Si è innervosito ed ha detto al personale medico presente in sala: «Forza facciamo l’aborto chirurgico! Mettetela su un lettino!» Al che io ho chiesto di uscire, per pensarci. Ho chiamato il mio ginecologo di fiducia, che mi ha detto che IO POTEVO scegliere. Ho chiamato un altro ospedale per informarmi meglio e capire quali fossero i miei diritti. Mi hanno spiegato che, visto che il tutto era successo molto presto, si raccomandava l’assunzione della pillola per aborto farmacologico, perché meno invasiva, ma che io avevo il diritto di scegliere e che se mi sentivo più tranquilla e più sicura con l’operazione chirurgica avrei potuto farla. Ho preso appuntamento con questo ospedale per effettuare l’operazione e me ne sono andata dall’ospedale in cui ero. Per fortuna in attesa dell’appuntamento ho avuto aborto spontaneo a casa.