VaZine

VaZine una playlist femminista

REINAS DEL CAOS

La storia della musica che ci propinano è fatta spesso di uomini bianchi, etero cis che rassomigliano a un personaggio Vittoriano. Uomini col parrucchino e il dono. E le donne? Le donne restano nella penombra… In pratica, se masticate il linguaggio musicale, sono l’ultima nota del diminuendo, quasi impercettibile.

 

Queste righe non nascono per darvi un’idea della realtà del panorama musicale o delle così definite “ghost writers” dell’era che fù, hanno l’obiettivo di mostrarvi che il ventaglio di femminismi che hanno attraversato le epoche e le storie è intrinsecamente legato al modo in cui la musica è stata pensata, scritta e prodotta nel tempo.

 

Ovviamente non basterebbe un libro per mettere in evidenza ogni pezzo e contestualizzarlo al luogo o al gruppo dal quale proviene, vi lasciamo ascoltare questa playlist per scoprire attraverso la sua varietà come queste artist* abbiano costruito e propagandato il loro manifesto di libertà.

CANZONI

I’m not your mother, I’m not your bitch

Courtney Barnett

 

Revolucao

Keila, Mulamba

 

Poetry: How does it feel?

Akua Naru

 

Reina del Caos

Rebeca Lane

 

Donna Circo

Gianfranca Montedoro

 

Ila Mata

Bab L’ Bluz

 

Savior Complex

Phoebe Bridgers

Non sorprende che davanti alle canzoni più potenti sull’esperienza femminile ci si ritrovi con una lista che comprende pionieri del punk, dj house, rapper del XXI secolo, cantanti country, urlatori grunge e tutto quello che riuscite a pensarci in mezzo.

 

 

  

 

Alla fine, altro che impercettibili! Abbiamo sempre suonato e cantato. Le donne, osannate come delicati usignoli e bastonate quando le loro grida riempivano il palco e demolivano la mascolinità (come era stata pensata e costruita), hanno sempre sgomitato fino a trovare  l’occhio di bue che riuscisse a illuminarle.