Spesso dobbiamo affrontare domande e affermazioni che mettono in discussione il femminismo e la realtà delle donne. A volte sembrano commenti innocenti o semplici battute, che portano però a doversi costantemente giustificare ed è molto faticoso.
È capitato anche a te che nel tuo ambiente ti sia stato chiesto o detto: “Non tutti gli uomini sono uguali”, “A casa partecipiamo tutti ai lavori domestici”, “Certe cose in casa le fate più voi donne perché siete più brave”, “Perché ti lamenti se tante cose sono cambiate e le donne stanno molto meglio”…
Non possiamo più stare a guardare!! Abbiamo ancora molto lavoro da fare, uomini e donne, in politica, a scuola e nella nostra comunità più vicina. Ecco una piccola guida per smontare il maschilismo:
Il femminismo non è l’opposto del maschilismo. Mentre alla base del maschilismo c’è la superiorità dell’uomo, il femminismo lotta per l’uguaglianza di genere. Nel femminismo nessuno opprime nessuno. Anche gli uomini trarrebbero beneficio se vivessero in un sistema egualitario.
Chiaramente ogni persona è diversa dall’altra ma è importante riconoscere che il maschilismo favorisce gli uomini ed espone le donne a disuguaglianza, oppressione e violenza.
Il femminismo non vittimizza le donne ma rivendica i loro diritti e cerca di evidenziare situazioni documentate di disuguaglianza.
Siamo stati tutti, donne e uomini, educati all’interno di un sistema sessista e patriarcale per cui è comprensibile che ci siano donne che, volontariamente o involontariamente, abbiano un’attitudine maschilista. Nonostante questo, anche quelle donne subiscono oppressione da parte degli uomini.
La violenza di genere è un fenomeno ancora sommerso, è elevata infatti la quota di donne che non parlano con nessuno della violenza subita.
In Italia, il 31,5% delle donne tra i 16 ei 70 anni subisce/ha subito una forma di violenza. Dati del 2020 riportano che (I) nel 94,3% dei casi la violenza di genere si consuma tra le mura domestiche; (II) il 45,3 % delle donne ha paura per la propria incolumità; (III) il 72,8% delle donne non denuncia il reato subito. (Donne in Rete contro la violenza)
Le donne non denunciano perché in Italia la giustizia nega la protezione richiesta dalle donne che subiscono violenza. Nello specifico, per le violenze da partner in media seguono imputazioni solo nel 2,3% dei casi, mentre sono maggiori le percentuali inerenti alle misure cautelari adottate (34,5%), che spesso vengono però violate (9,1%).
Tra l’altro, le donne non denunciano perché hanno imparato a gestire la situazione da sole (39,6% per le violenze da partner e 39,5% da non partner) o perché il fatto non era grave (rispettivamente 31,6% e 42,4%), ma anche per paura (10,1% e 5,0%), per il timore di non essere credute, per vergogna o imbarazzo (7,1% e 7,0%), per sfiducia nelle forze dell’ordine (5,9 e 8,0%) e nel caso della violenza nella coppia, perché amavano il partner e non volevano che venisse arrestato (13,8%).
Anno 2016
Anno 2020
La violenza di genere non è solo l’aggressione fisica di un uomo contro una donna, né la sua forma più estrema, il femminicidio. Include anche vessazioni psicologiche, ricatti economici, minacce, molestie sessuali, persecuzioni compiute da un uomo contro una donna in quanto donna.
La violenza di genere ha caratteristiche e pattern specifici. Gli atti di violenza di genere avvengono contro le donne, soprattutto per mano di un partner/ex partner, e spesso sfociano in femminicidio: donne uccise da uomini, perché donne. Un massacro, a vedere i numeri riportati dall’inchiesta con analisi statistica sul femminicidio in Italia a cura di Fabio Bartolomeo del Ministero della giustizia.
Circa 150 casi all’anno in Italia, per un totale di circa 774 omicidi negli anni 2012-16. Significa che in Italia ogni due giorni una donna viene uccisa. In particolare, su 417 sentenze esaminate, 355 sono classificabili come femminicidio, che rappresenta l’85% dei casi esaminati.
Femminicidio 85% /// Altro 15%
Secondo i dati Istat, nel 2020 (ultimo dato reperibile) del totale di omicidi registrati, l’88 % di donne sono state uccise dal partner/ex partner contro il solo 3% degli uomini, un dato in crescita rispetto agli anni precedenti. La corretta definizione sarebbe femminicidio e non omicidio, ma Istat non conduce analisi specificatamente indirizzate a questo fenomeno.
Femminine 88% /// Maschi 3%
38% Se non voleva il rapporto sessuale poteva dire di no
23% Ha provocato con il suo modo di vestire
15% Era ubriaca o sotto effetto di droghe ed ha detto si, è responsabile
10% Ha denunciato ma per me l’accusa è falsa, non ci sono prove
6% Ha detto no ma intendeva dire si
6% Una donna seria non viene mai violentata
2% Non si tratta di violenza se un uomo obbliga la propria moglie/compagna ad avere un rapporto sessuale contro la sua volontà
Il 39,3% della popolazione ritiene che una donna sia in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole. Anche la percentuale di chi pensa che le donne possano provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire è elevata (23,9%). Il 15,1%, inoltre, è dell’opinione che una donna che subisce violenza sessuale quando è ubriaca o sotto l’effetto di droghe sia almeno in parte responsabile. Per il 10,3% della popolazione spesso le accuse di violenza sessuale sono false (più uomini, 12,7%, che donne, 7,9%); per il 7,2% “di fronte a una proposta sessuale le donne spesso dicono no ma in realtà intendono sì”, per il 6,2% le donne serie non vengono violentate. Solo l’1,9% ritiene che non si tratta di violenza se un uomo obbliga la propria moglie/compagna ad avere un rapporto sessuale contro la sua volontà.
Fonte: https://www.istat.it/it/files/2019/11/Report-stereotipi-di-genere.pdf
In Italia, al 31 dicembre 2021, la popolazione penitenziaria era di 54.134 persone, di cui 51.897 uomini (95,8%) e 2.237 donne (4,2%).
Uomini 95,8 /// Donne 4,2
HO SMESSO DI ACCETTARE LE COSE CHE NON POSSO CAMBIARE. STO CAMBIANDO LE COSE CHE NON POSSO ACCETTARE
Angela Davis
Questo documento è stato ispirato dalla mostra “Feminista havies de ser” della curatrice e giornalista Natza Ferré.
Dalla nostra piccola realtà abbiamo prodotto questo documento che riporta alcuni dati necessari a mettere in evidenza una serie di fenomeni molto seri che riguardano la nostra società. Questi fenomeni sono sottovalutati dallo Stato e da gran parte della popolazione ed hanno bisogno di essere portati alla luce.
Il documento evidenzia la problematica relativa alla costanza nella raccolta dati da parte di Istat (Istituto Nazionale di statistica in Italia e principale produttore di statistica ufficiale a supporto dei cittadini e dei decisori pubblici). L’assenza di raccolta dati riflette la scarsa attenzione dello Stato verso il problema.