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A CASA BABAYAGAS

No! Non ha le zampe di gallina e non si trova nascosta dentro una foresta slava; non è nemmeno fatta di marzapane o di ossa, ma esiste davvero!

 

A Montreuil, nella periferia parigina, tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013, nasce la Maison des Babayagas: una residenza riservata alle donne di oltre 60 anni completamente autogestita, nel rispetto di alcuni principi fondamentali, quali l’ecologia, il femminismo, l’indipendenza, l’autosufficienza, la passione per la cultura ed il sociale, ma, soprattutto, il forte desiderio di non sentirsi inutili e costrette a dover rinunciare ai piaceri della vita solo perché considerate anziane.

 

Il progetto nasce con Thérèse Clerc, una donna di 86 anni, femminista convinta e attiva, che si è sempre battuta per i diritti delle donne. Ci sono voluti 15 anni di battaglie affinché il progetto diventasse realtà. La Maison des Babayagas dimostra che le donne di terza e quarta età non sono “da buttare”, e di conseguenza non ammettono di essere viste e trattate come lo stereotipo della “vecchietta sola sulla poltrona, bisognosa di cure, pronta per l’ospizio”. Sono donne libere, consapevoli, donne forti di ideali per i quali battersi, con passioni e sogni da realizzare e con tanti interessi da condividere;donne che si impegnano attivamente in iniziative sociali, culturali, ludiche e personali. Non una fine quindi, ma la possibilità di dare inizio ad un nuovo capitolo della propria vita; non una casa dove “riposare”, ma un luogo dove vivere insieme, con uno spirito nuovo e libero.

Viviamo in una realtà in cui, purtroppo, tante questioni legate al genere ed alla dignità umana non sono ancora state risolte. Una fra queste è la visione dell’anzianità. Nella società occidentale, infatti, divenire anziani è un limite, un ostacolo, la fine di ogni possibilità. L’anzian* è considerat* debole, fragile, dipendente; nel peggiore dei casi, un peso per la società.

 

Dati statistici ci mostrano come siano in particolar modo le donne ad essere penalizzate in età avanzata, le quali percepiscono una pensione inferiore del 40%, in media,  rispetto agli uomini. L’attività di casalinghe ed il tempo dedicato alla cura dei figli e della famiglia non vengono infatti riconosciuti come un lavoro, il loro valore non è stimato sul piano finanziario. Si tratta di un enorme svantaggio, che si accentua nell’eventualità in cui una donna sia nubile o vedova.

Molte donne di terza e quarta età, quindi, non possono permettersi case di riposo o assistenti familiari.

 

La Maison des Babayagas, trattandosi di una struttura con finalità sociale, offre la possibilità di un alloggio con un affitto calmierato; una casa in cui vivere in maniera autonoma ed autogestita. Questo modo di invecchiare insieme veicola una nuova immagine della donna che, una volta smessi i panni della moglie, della madre o della lavoratrice, ha ancora un ruolo centrale nella società. 

Coloro che abitano alla Maison des babayagas hanno la possibilità di decidere liberamente della propria vita, impegnandosi in attività sociali di quartiere, organizzando atelier tematici, incontri, visite di musei ed altri eventi culturali.

 

Il loro desiderio è quello di mantenere solida la propria mente e lo fanno interrogandosi, leggendo, scrivendo, guardando, rimanendo aperte al mondo e conservando la propria coscienza politica.  

 

Le inquiline si impegnano nel sostentamento reciproco secondo il principio della solidarietà e ciò accade in maniera organica, seguendo le simpatie naturali che si rivelano dal vivere insieme. Si organizzano inoltre per svolgere una decina di ore a settimana dedicate alle attività per la collettività.

Come capita in ogni microsocietà, anche tra le Babayagas possono nascere dissapori. Per risolverli pacificamente e prevenire le divergenze, le condomine hanno deciso di richiedere l’intervento di un mediatore. Ciò permette di sciogliere i nodi che possono sorgere nella vita comunitaria rafforzando i legami.

 

È un progetto, quello della Maison des babayagas, che richiede l’impegno attivo di ogni partecipante, è un cantiere in evoluzione, proprio come la vita.

La struttura è composta da appartamenti di 40 m², ogni abitante ha il proprio monolocale. I servizi sociali assegnano inoltre, ad alcun* giovani in difficoltà economica, quattro monolocali restanti. Esistono anche spazi comuni, quali una lavanderia con asciugatrici, un giardino con orto, una piccola cucina e due sale riunioni aperte anche al pubblico esterno.

 

Strutture ispirate alla Maison des babayagas stanno iniziando a nascere in altri paesi. Thérèse Clerc ha dato vita ad una nuova maniera di pensare grazie alla forza di volontà che l’ha portata a concretizzare un progetto che sembrava utopistico.


Sostenendo che non fosse mai troppo tardi per imparare, la Clerc ha inoltre fondato l’Università della Terza Età, Université des Savoirs sur la Vieillesse (UNISAVIE), la prima nel suo genere.

La Maison des Babayagas è situata all’indirizzo 6-8, Rue de la Convention – 93100 Montreuil.

 

Per i più curiosi, questo è il link che rimanda al progetto architettonico: https://leprintempsdelhiver.fr/operation-4