Wala’ è una donna palestinese che vive ad Hebron, una città del sud della Cisgiordania. Hebron, a 30 km da Gerusalemme, è la città più grande della Cisgiordania, famosa per le sue uve e per le fabbriche di ceramiche e vetri. È ritenuto il luogo in cui è sepolto Abramo, ricoprendo un ruolo molto significativo per tutte le religioni monoteiste: cristianesimo, ebraismo ed islamismo. È la città simbolo del profondo impatto umanitario dell’occupazione e degli insediamenti israeliani sulla popolazione palestinese.
Ho incontrato Wala’ il 27 novembre 2022, durante un viaggio in Israele e Palestina, quando ho deciso di visitare la città di Hebron affidandomi ad un tour politico organizzato da guide locali. Wala’ è stata la mia guida.
Wala’ vuoi raccontarci chi sei?
Mi chiamo Wala’. Ho 30 anni. Sono una madre di due figlie. Ho studiato inglese e fra
ncese. Ho inoltre studiato per diventare guida turistica. Lavoro oggi come guida turistica locale a Hebron.
Ci parli della situazione che vivi ogni giorno nella tua città?
Vivo come fanno molti palestinesi qui a Hebron. Qui la situazione è molto difficile e complicata a causa delle divisioni della città. Viviamo tempi molto duri. Ci sono sempre conflitti, scioperi, manifestazioni, scontri tra il popolo palestinese e i soldati israeliani che rendono la situazione instabile e pericolosa per noi. Quello che succede qui influisce negativamente su tutti gli aspetti della nostra vita, anche sui nostri spostamenti per esempio. Non possiamo muoverci liberamente in città a causa dei tanti blocchi che l’occupazione ha imposto a molte aree attive nel cuore della città.
Hebron è un luogo dove la violenza, per quello che ho visto, è una cosa comune durante il giorno. In che modo questa violenza influisce sulla tua vita, non solo come essere umano, ma anche come donna?
La violenza incide sulla nostra vita come esseri umani e soprattutto come donne. Sai che le donne sono molto emotive…La violenza ci rende impaurite, insicure… caute. E questo purtroppo influisce psicologicamente su tutte noi. Ci rende molto turbate, infelici, preoccupate per tutto quello che succede in città. E so che ti ho detto che le donne sono molto emotive, ma credo, e non solo, ne sono certa, che siamo forti.
Quando ti ho conosciuto, una delle cose che più mi è piaciuta di te è che, nonostante tu viva in una situazione molto complicata e particolare, dove libertà sembra essere una parola impossibile, hai una forza e una capacità di esprimerti con una libertà incredibile. Dove le hai prese?
Credo che la sofferenza renda l’essere umano più forte. Cosa ne pensi di una donna che non ha mai conosciuto il gusto della libertà, o addirittura vissuto come le altre persone in giro per il mondo? Tutte le cose brutte che accadono costantemente e la depravazione di cui ho sofferto mi hanno reso più forte, determinata, capace di esprimere me stessa liberamente. Questa non sono solo io, io sono una delle tante tante donne palestinesi qui in Palestina.
In che modo le donne, in Palestina, contribuiscono alla causa palestinese?
Alcuni hanno detto che le donne sono la metà della società, ma qui in Palestina le donne rappresentano l’intera società. Le donne contribuiscono alla questione palestinese partecipando alla politica, all’economia, all’istruzione, all’arte ed a molte altre cose. Di conseguenza, la loro partecipazione in questi settori è un vero e proprio contributo alla questione palestinese. E sai, qui in Palestina, studiamo, lavoriamo, e viviamo per sostenere la nostra causa.
Quanto una donna è libera nel tuo Paese, a causa non solo dell’occupazione ma anche dei valori tradizionali della società palestinese?
La maggior parte dei nostri valori tradizionali deriva dalla nostra splendida religione, che è l’Islam. Per questo, la nostra società è considerata come conservatrice. Rispettiamo le tradizioni qui. Questo è il motivo per cui le donne non sono così libere di fare cose insolite o audaci. Ad esempio, le donne non sono libere di indossare quello che vogliono o di fare qualsiasi cosa che non rispetti la nostra religione, l’Islam. E sai che l’Islam dice che le donne devono coprirsi il corpo e indossare abiti larghi per nascondere la loro bellezza. Inoltre, le donne non possono tornare a casa tardi, devono rientrare presto, anche prima del tramonto. La maggior parte delle donne non può uscire con gli uomini o avere amicizie con loro…
Le donne hanno gli stessi diritti degli uomini in Palestina?
In realtà le donne non godono degli stessi diritti degli uomini in Palestina. Ad esempio, gli uomini riescono a trovare lavoro più delle donne, anche se la percentuale di disoccupazione lavorativa è molto alta sia per loro che per le donne, rappresentando circa il 28%. Inoltre, gli stipendi degli uomini sono più alti di quelli delle donne.
Mi puoi descrivere la giornata tipo di una donna e di un uomo in Palestina?
Tu credi che le persone in Palestina non vivano come le altre persone nel mondo… Quindi, puoi immaginare che la maggior parte delle donne in Palestina abbia uno stile di vita molto noioso.
Trascorrono la maggior parte del loro tempo in casa, pulendo, cucinando, crescendo i figli. E alcune di loro vanno al lavoro la mattina e tornano a casa la sera per fare le loro faccende domestiche, pulire, cucinare, ecc. Non abbiamo parchi pubblici o parchi gioco per passare il tempo. Se ci sono ne troviamo uno o due in una città molto grande, il che non basta. Per quanto riguarda gli uomini, lavorano tutto il giorno e tornano a casa per trascorrere il resto della giornata con le loro famiglie. Nel fine settimana visitano i genitori con le loro famiglie, se è possibile visti gli scontri e le limitazioni agli spostamenti che ci sono qui. E questo è tutto…È così che viviamo quotidianamente qui in Palestina.
Nonostante tutto, cosa ti piace del vivere in Palestina?
Questa domanda per me è la più difficile di tutte le domande che mi hai fatto. Mi fai pensare al mio modo di vivere, alla mia vita. È come un brainstorming. Mi hai chiesto cosa mi piace del vivere in Palestina. Sai, ho pensato per 2 giorni alla risposta a questa domanda. E mi chiedevo se mi piace davvero vivere qui o no. Mi sono chiesta come possa piacere a qualsiasi essere umano una vita o un luogo pieno di sofferenza, pieno di lacrime, pieno di dolori e di morte. È questa una vita vera? Chiunque ce la farebbe a vivere così dalla sua nascita? Quei dolori di cui ti ho parlato sono entrati a far parte della nostra vita. Non riesco nemmeno a immaginare come le altre persone vivano con sicurezza e libertà.
Qualunque sia il modo in cui vivono le altre persone, e tutti i diritti che hanno, mi piace la vita così com’è, anche se i suoi dolori e le sue ingiustizie fanno sempre molto male.
Infine, voglio dirti che, ovunque tu vada, nessun altro luogo può darti la sensazione di essere a casa come quello in cui sei nato e cresciuto.
Grazie, Walà, per il tuo tempo e per quello che fai, abbi cura di te e buona fortuna…
E… come disse una volta Nelson Mandela : “Sappiamo troppo bene che la nostra libertà è incompleta senza la libertà delle palestinesi”.