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 LE SORELLE MIRABAL

 “Se dovessero uccidermi, solleverò le braccia dalla tomba e sarò più forte.”

La “Mariposa” – farfalla – soprannome clandestino nella lotta politica di Minerva Mirabal, pronunciò queste parole quando si sentiva già minacciata.

 

Minerva Mirabal, avvocatessa originaria di un piccolo paese al centro-nord della Repubblica Dominicana, Ojo de Agua, Salcedo, fu una delle prime donne a conseguire il titolo di giurisprudenza in Repubblica Dominicana, senza mai poter esercitare la professione a causa delle sue idee politiche. 

La famiglia Mirabal includeva altre tre figlie: Patria, Dedé e Maria Teresa.

 

 

Siamo nel 1960, e da trent’anni Rafael Leonídas Trujillo detiene il potere come dittatore del paese. In quegli anni, un movimento clandestino si sta organizzando contro la dittatura trujillista, il Movimento 14 giugno, di cui le sorelle Mirabal fanno parte. 

Minerva è una delle fondatrici, insieme al marito Manolo Tavarez Justo e ad altri uomini e donne con l’obiettivo di rovesciare la dittatura.

Poco tempo dopo l’inizio della resistenza e la scoperta del movimento da parte dei servizi segreti, Minerva e María Teresa, insieme ai loro mariti, vengono imprigionate. Altre donne del movimento si trovano nella stessa cella, tra cui Miriam Morales, Asela Morel, Dulce Tejada, Fe Ortega e Tomasina Cabral, la prima donna torturata dal regime. Trujillo non tollerava il pensiero dissidente e ancor meno la partecipazione politica delle donne, che all’epoca in Repubblica Dominicana erano confinate ai lavori domestici e alla vita casalinga.

 

Nell’agosto del 1960, Minerva e Maria Teresa vengono rilasciate ma poste agli arresti domiciliari. Il 25 novembre dello stesso anno, mentre tornano da una visita ai loro mariti ancora detenuti come dissidenti, vengono attaccate dai Servizi Segreti in un’imboscata. I loro corpi vengono ritrovati nell’auto, in un burrone, in uno scenario di incidente costruito. Tuttavia, i segni di violenza sulle tre donne non lasciano dubbi sulla loro brutale agonia: le loro idee e il loro attivismo rappresentavano una minaccia per il regime dittatoriale. La popolarità delle tre donne, la loro morte violenta e l’aumento delle torture e delle sparizioni da parte del regime hanno scosso l’opinione pubblica, segnando l’inizio della fine di Trujillo: l’anno successivo, il 30 maggio, Trujillo venne assassinato.

 

Nel 1981, vent’anni dopo, a Bogotà si celebra il Primo Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, e il 25 novembre viene designato come la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le donne, in memoria di Patria, Minerva e Maria Teresa. Nel 1999, le Nazioni Unite, con la risoluzione 54/134, confermano la data e invitano i governi e le istituzioni a organizzare attività di sensibilizzazione sul problema della violenza di genere.

 

Si mette a rischio la vita senza pensare a possibili benefici personali, il motivo principale per cui lottiamo è l’annullamento completo dei privilegi. Forse quello che abbiamo più vicino è la morte, ma quell’idea non mi intimorisce: continueremo a lottare per ciò che è giusto.” 

 Maria Teresa Mirabal